La donna è l'incarnazione stessa del desiderio insaziabile. Non si racconta forse che un sultano, ansioso di vedere fino a che punto poteva arrivare l'apetito d'amore della sua favorita, le fece penetrare in una notte da mille dei suoi guerrieri senza che la donzella di degnasse per ciò di dirsi appagata?
Una tale bulimia copulatoria se ne infischia della inaccessibilità degli harem, non ci sono guardiani, ne mura, ne catene di cui la scaltrezza femminile, infiammata dal bisogno forsennato di godere, non venga a capo.
Il sesso della donna è vissuto, nel discorso erotico, dagli uomini che si avvicinano a lei, come un centro di energia animale, irresistibile, che vibra e fa vibrare l'universo a un ritmo suo proprio e in cui il corpo maschile è ridotto ad un semplice sguardo, ipnotizzato..
Siamo lontani, decisamente, dal discorso ufficiale dei dottori dell'Islam attuale, così preoccupati di gettare un velo virtuoso su tali eccessi.
L'autore delle 'Notti', fortunatamente per noi, non nutre pregiudizi del genere. Nei tre racconti riuniti in questo libro, la Donna è al centro di ogni cosa; così, la passione amorosa da lei suscita alla minima occasione domina ogni cosa.
Governo degli stati, rapporti fra nazioni, costumi: tutto è soggetto al suo capriccio!
E' la Donna , tradizionalmente, a sventare le insidie della magia: solo lei è in grado di riconoscere un principe cui un incantesimo ha dato l'aspetto di un uccello insolito.
E inoltre solo lei possiede il dono di quel parlare suadente che sa arrivare al cuore dei potenti.
E' come dire che qui l'uomo, al suo fianco, ha solo un ruolo di pallida comparsa, appena buono a muovere l'aria e a percorrere il teatro del vasto mondo.
Amante sfortunato, sempre intento a seguire le sue chimere, il viaggio e l'esilio saranno la sua sorte: prova necessaria imposta a tutti coloro che spasimano di arrivare al desiderato congiungimento.
L'idea qui è appunto quella, sorprendente, di una sorta di ginecocrazia.
Il potere teorico, è vero, scettro, trono e tutto l'armamentario resta nelle mani degli uomini.
Ma basta che un'occhio sottolineato, che un piede delicato, che un seno intravisto all'ombra del bagno risveglino la loro attenzione, ed eccoli affrettarsi ad abbandonare spregiudicatamente queste nobili insegne, subito pronti a vivere da miserabili e a correre dall'altro capo del mondo, se occorre, per conquistare quella carne bramata.
L'autore si guarda bene dal formulare un giudizio morale su tale ordine di cose. Così l'ha voluto Dio, e pazzo sarebbe chi osasse trovarci da ridire.
Che la Donna sia fermento dei peggiori scompigli, che spinga l'uomo fuori dal cammino tracciato dalla prudenza, che sia colei per cui lo scandalo avviene: e va bene.
Ma l'equilibrio della società non si paga forse con simili scarti?
E poi, a che serve l'ordine se serve per privarci delle delizie dell'Amore?
Felice Islam questo...che non ha ancora dimenticato che la legge del profeta, al di là dei suoi rigori, è amica dell'indulgenza; e che, all'unisono coi saggi sufi, professa che il mondo degli uomini deve essere governato dall'Amore"
Introduzione del libro:
'Le Mille e una Notte'
Passioni vagabonde
Il gusto dei giorni
René R. Khawam
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